Il confino è stata una misura di repressione preventiva utilizzata durante il Regno d’italia, che è consistita nell’obbligare un soggetto ritenuto pericoloso per l’ordine pubblico a risiedere lontano dal suo ambiente sociale di appartenenza. Sebbene le sue origini risalgono all’Italia liberale, il confino è noto soprattutto per il suo utilizzo da parte del fascismo, che lo impiegò ampiamente per reprimere il dissenso politico e sociale nei suoi confronti. Con la caduta della dittatura fascista e la nascita della Repubblica Italiana la pratica del confino fu definitivamente abolita perché in contrasto con i valori democratici della Costituzione, che sancisce l’assoluta inviolabilità della libertà personale. Tale strumento venne applicato dall’ordinamento giuridico italiano dal 1863 al 1956 (poi sostituito dal foglio di via per i civili dal 1956 e dal soggiorno obbligato per gli imputati di reati di mafia dal 1965 al 1995). A seguito della Rivolta di Reggio del 1970 vi furono diversi casi che saranno oggetto di analisi nel corso di una conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Nel corso dell’incontro, organizzato dal sodalizio culturale reggino, si registrano le presenze del sindacalista Enzo Rogolino e dello studioso locale Matteo Gatto Goldstein. Queste, alcune delle cifre, che saranno oggetto di analisi, da parte dei graditi ospiti del sodalizio culturale reggino. La conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 27 Novembre.