Alla Biennale Cinema di Venezia un trittico di storie italiane da non perdere: “Portobello” di Marco Bellocchio è una miniserie per la Rai, comprodotta dalla Rai. Sono stati proiettati due episodi in Sala Grande, premiati con dieci minuti di applausi scroscianti. Portobello è un affresco che contiene un mosaico di immagini autentiche dal programma televisivo ma anche dalla vita culturale, sociale e politica degli Anni Settanta, un decennio che il Maestro Bellocchio ha già fotografato magistralmente nel suo capolavoro “Buongiorno Notte” sulla prigionia e la morte di Aldo Moro. Il suo sguardo in questa serie, disincantato e amaro sulla disgraziata vicenda che coinvolse il giornalista Enzo Tortora, di cui non sono ancora chiari tutti i contorni, è stato girato con una fotografia magistrale, atmosfere Anni ’70 veramente straordinarie sia negli interni che in carcere. Molto azzeccati anche i costumi e le scenografie, impressionante la cella di Cutolo a Poggioreale. L’attore Fabrizio Gifuni ci regala una magnifica interpretazione di Enzo Tortora, intenso e tormentato, perfetto nei primi piani. Nella terza puntata comparirà anche la showgirl, attrice e produttrice Valeria Marini che non ha rilasciato dichiarazioni. Secondo i rumors, reciterebbe un maestoso cameo nei panni di Moira Orfei, la giunonica star che Enzo Tortora ammirava.
Il film “Il Maestro” di Andrea Di Stefano è un altro affresco dell’Italia delle simpatiche canaglie che millantano curriculum, lauree, medaglie, competenze. Raoul Gatti interpretato da Pierfrancesco Favino, è l’allenatore di un giovane tennista pieno di illusioni, Felice, interpretato dal bravissimo Tiziano Menichelli. La storia si dipana tra circuiti sportivi, estenuanti allenamenti, risultati deludenti.
Tra gli esordienti in Biennale College sorprende “Agnus Dei” di Massimiliano Camaiti, una pellicola che racconta un antico rito, l’allevamento degli agnellini dai quali viene tratta la lana che servirà per realizzare il pallio che il Papa indossa il 29 giugno.