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Calcio: 2 allenatori e arbitro adescavano giovani giocatori

Calcio: 2 allenatori e arbitro adescavano giovani giocatori
Pubblicato il 20 Marzo 2017
da AntonioChiera.
Italia, Piemonte
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Torino: due allenatori ed un arbitro adescavano giovani giocatori di calcio

Un arbitro e 2 allenatori adescavano giovani calciatori anche con pressioni psicologiche per giocare in campo

Avevano trovato una passione comune i due allenatori delle giovanili e un arbitro. Ma questa passione non era il calcio, bensì i giovanissimi giocatori.

Tutto è cominciato con la denuncia dei genitori di un sedicenne che giocava nelle squadre giovanili nella provincia di Torino.

Il ragazzo, dopo aver terminato la preparazione atletica in vista di una partita importante, era stato ospitato a casa dal suo allenatore, un ventenne torinese. Nella notte l’allenatore avrebbe tentato un approccio sessuale con il minorenne.

La perquisizione effettuata dalla Polizia postale e delle comunicazioni ha permesso di accertare che l’allenatore catalogava materiale fotografico anche pedo-pornografico, classificando le sue vittime in base all’anno di nascita.

Il primo approccio avveniva in chat, su Internet: in queste conversazioni l’allenatore prima cercava di conquistare la fiducia delle sue vittime poi, se questo non funzionava, passava a forme di pressione psicologica legate al ruolo del giovane giocatore in campo e alla possibilità di giocare sempre come titolare.

Un ulteriore strumento di persuasione era l’offerta di denaro e altre utilità personali.

Dall’analisi del computer è anche emerso il contatto con altre due persone: un allenatore cinquantenne ed un architetto, che è anche arbitro di calcio, entrambi residenti nella provincia di Torino.

Al “collega” l’allenatore forniva materiale fotografico sempre nuovo mentre l’arbitro, interessato più agli incontri con i ragazzi, procurava appuntamenti spesso mascherati da sedute di massaggi tonificanti o lezioni di scuola guida impartite ai minori.

Le ipotesi investigative sono anche state confermate dalle dichiarazioni raccolte da almeno 15 ragazzi che a vario titolo hanno avuto contatto con i tre. Al termine delle indagini la magistratura ha disposto per l’allenatore cinquantenne la detenzione in carcere; arresti domiciliari per l’allenatore più giovane e obbligo di firma per l’architetto – arbitro.

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