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ISCHIA DOPO ARRESTO QUALE EREDITA’ LASCIA A PAESE FERRANDINO

ISCHIA DOPO ARRESTO QUALE EREDITA’ LASCIA A PAESE FERRANDINO
Pubblicato il 2 Aprile 2015
da Gennaro.Savio.
Italia, Campania
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Oltre alle gravi accuse della Magistratura, c’è il totale e vergognoso abbandono del Paese
ARRESTO E DIMISSIONI DEL SINDACO GIOSI FERRANDINO: DOPO OTTO ANNI DI GOVERNO IL COMUNE DI ISCHIA RESTA IN BALIA DEL DEGRADO E DEI PROBLEMI IRRISOLTI
Dopo il terremoto giudiziario relativo alla metanizzazione sull’isola Verde che ha registrato, tra l’altro, l’arresto del Sindaco di Ischia Giosi Ferrandino, Presidente dell’Anci Campania ed esponente politico di spicco nella nostra Regione del Partito Democratico di Matteo Renzi, in molti si chiedono, e giustamente, quale sia il bilancio politico e sociale che si può trarre sugli anni di governo del Paese da parte dell’Amministrazione Ferrandino. In poche parole, ci si chiede cosa lasci in eredità alla cittadinanza il Primo cittadino ischitano dopo le sue dimissioni. La risposta è semplice e concisa e, purtroppo, potrebbe essere racchiusa in una semplice e amara battuta: nulla di buono. E a dimostrare ciò che diciamo, ci sono i servizi giornalistici realizzati in questi anni attraverso i quali, in merito, possiamo fare un preciso excursus. A partire dal vergognoso abbandono sociale in cui versa il Comune con i parchi pubblici in balia del degrado più totale vedi ad esempio la pineta Mirtina all’interno della quale per mesi hanno fatto brutta e pericolosa mostra di se siringhe utilizzate da tossicodipendenti, alcune strade pericolosamente dissestate, strutture scolastiche comunali fatiscenti e obsolete, pali della pubblica illuminazione a potenziale rischio crollo a causa dei fori creati alla base dalla ruggine e che nonostante le nostre denunce non sono mai stati rimossi, il decennale dramma degli allagamenti a Ischia Ponte provocati della mancanza di scogliere a difesa dell’abitato mai realizzate nonostante i proclami elettorali, l’incivile mancato abbattimento delle barriere architettoniche persino sui marciapiedi delle strade del centro cittadino con i lampioni dell’illuminazioni piazzati proprio dall’Amministrazione Ferrandino sugli scivoli per i diversamente abili lungo via Edgardo Cortese, la mancata e dignitosa sistemazione degli sfollati di Monte Vezzi letteralmente abbandonati nei container di via Michele Mazzella e con le quattro vittime di quella terribile tragedia incredibilmente dimenticate dalla Istituzioni e che dopo ben nove anni sono state ricordate solo grazie all’impegno di semplici cittadini che hanno deposto una targa in loro memoria in piazzetta san Girolamo, il pullman negato ai cittadini di Ischia Ponte nelle ore di chiusura al traffico dell’antico Borgo, gli allagamenti dell’area esterna alle palazzine IACP di Campagnano periodicamente inondata da liquami fognari, il mancato completamento del depuratore di San Pietro, il tentativo di privatizzazione della Genesis e tanto altro ancora, sono solo alcune problematiche sociali che attanagliano il nostro Paese dopo il doppio mandato di Giosi Ferrandino e che oggi fanno tristemente il paio con le gravi accuse mosse al Primo cittadino ischitano dalla Magistratura. Problematiche cittadine irrisolte che in un Paese civile dovrebbero comportare l’immediata rimozione dalle stanze del potere degli amministratori comunali che invece, nella stragrande maggioranza dei comuni italiani, continuano indisturbati a fare il bello e cattivo tempo nonostante non governino nell’esclusivo interesse della collettività. Naturalmente le accuse di malgoverno rivolte a Giosi Ferrandino, sono da estendere a tutti gli assessori e ai consiglieri comunali di centro, centrodestra e centrosinistra di ieri e di oggi che hanno sostenuto questa maggioranza amministrativa e che bene avrebbero fatto a dimettersi in blocco già lunedì mattina ai primi e inquietanti tintinnii delle manette. Un ultimo appunto. In queste ore molti cittadini ischitani nel fermarmi per strada mi hanno chiesto se fossi soddisfatto degli arresti del Sindaco, del fratello e del capo dell’Ufficio Tecnico. A loro ho risposto che umanamente parlando non godo mai delle disgrazie altrui, fosse anche che si trattasse del mio peggiore nemico politico e che gioirò soltanto quando gli ischitani, finalmente, si decideranno a non votare più personaggi di centro,centrodestra e centrosinistra e loro simili, giovani e meno giovani dalla cultura padronale e capitalistica, che nel momento in cui vengono eletti a tutto pensano tranne che a governare negli esclusivi interessi del popolo. Ischia, come l’Italia, hanno bisogno di un governo popolare che risponda alle quotidiane esigenze della cittadinanza. E i dirigenti del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista guidato da Domenico Savio sono pronti a rappresentarne i bisogni nel prossimo Consiglio comunale di Ischia così come avviene già da due anni nel Comune di Forio.

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