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“IL SINDACO IN FUGA O DELLA BUONA POLITICA”

“IL SINDACO IN FUGA O DELLA BUONA POLITICA”
Pubblicato il 6 Aprile 2016
da PINOCAPUOZZO.
Italia, Campania
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E’ in libreria “Il Sindaco in fuga o della buona politica” di Ermanno Corsi, con prefazione di Piero Antonio Toma, pubblicato dalla Compagnia dei Trovatori. Il libro è stato presentato martedì 5 aprile 2016 alle ore 18 nella libreria Vitanova – Viale Gramsci 19, Napoli. Sono intervenuti Raffaele Cananzi avvocato generale dello Stato, Vittorio Del Tufo caporedattore de “Il Mattino” e Massimo Milone direttore di Rai-Vaticano.

Il tempo di questo libro-favola: quello di una città-metropoli fuori controllo con fenomeni sconvolgenti di cielo,terra e mare.
Ogni giorno proteste. Folti gruppi di dimostranti esasperati invadono il Palazzo del potere e mettono sindaco e assessori con le facce contro  il muro: non per fucilarli alla schiena, ma per non vedere più i loro volti. Comune sciolto, nuove elezioni.

Fulvio De Angelis è mediatore sociale di cultura giuridico-umanistica, un intellettuale di prestigio. In un dormiveglia gli sembra di “vedere” l’integerrimo Catone l’uticense che, nel viaggio da Cartagine a Roma, si ferma per un po’ di giorni in città e incontra gli industriali, in particolare i costruttori edili. I suoi giudizi sono schioccanti.

Il Partito Unico sceglie il candidato a Sindaco. Il Potente Segretario chiama Fulvio De Angelis (“vogliamo aprirci alla società civile, tu sei la nostra bandiera e carta vincente”).

Appena si diffonde la voce, il candidato (ma Sindaco in pectore con certezza assoluta di essere eletto) viene assediato da richieste e proposte indecenti. Poi ascolta il programma del Potente Segretario (grandi opere pubbliche a tempo di record:” Il mattone salverà la città”; Grattacielo di cento piani nella “piazza grande”; via Lattea asfaltata per snellire il traffico; col turismo subito 2 milioni di nuovi posti di lavoro).

Prima di sottoscrivere la candidatura, De Angelis si consulta con l’amico fraterno Antonio Del Piero che, da sindacalista e assessore comunale, aveva svolto ruoli importanti. Vuole sapere da lui perché, a un certo punto,aveva deciso di mollare tutto (non aveva resistito all’assedio di politicanti e faccendieri).

Sconcertato per le ragioni, anche De Angelis pensa di fermarsi con la candidatura. Poi, però,lo prende il sartriano dovere di “sporcarsi le mani” e di verificare fino in fondo le intenzioni del Partito unico e del potente Segretario. A loro espone, con un audace e grottesco controcanto, il modo con cui intende agire e l’organigramma che ha in testa: una provocazione “intollerabile” che “scandalizza” tutto il “cerchio magico” di quegli spregiudicati affaristi.
Quando, dopo pochi giorni, ritorna per conoscere ufficialmente reazioni e decisioni, non trova più nemmeno il Palazzo dove il Partito si era pervicacemente insediato da anni. Scomparso del tutto.

Mentre se ne torna a casa, sotto forma di gigantesca massa caliginosa il Palazzo che si era “nebulizzato” in seguito alle sue “indecenti” proposte, tenta di ingoiarlo per vendetta. Ma lui, accelerando senza perdersi d’animo, riesce a salvarsi. La sua “fuga” è la sua vittoria. Il Palazzo e il “cerchio magico”, simbolo della spregiudicatezza più spinta, sono stati spazzati via. Sconfiggere la malapolitica è stato possibile e si potrà ancora.

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