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Enna, Cosa Nostra: imprenditore costretto pagare il pizzo

Enna, Cosa Nostra: imprenditore costretto pagare il pizzo
Pubblicato il 15 Marzo 2018
da AntonioChiera.
Italia, Piemonte
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Operazione “Capolinea” ad Enna, 6 arresti – Imponevano il pagamento del “pizzo” ad un imprenditore ennese che stava effettuando lavori di posa della fibra ottica nelle province di Catania e Siracusa ed in alcuni quartieri della città etnea.
Dopo un’elaborata indagine la Squadra mobile di Enna con quella di Catania ha arrestato sei persone nell’ambito dell’operazione chiamata “Capolinea”. L’attività investigativa ha permesso di far luce sui collegamenti tra “Cosa Nostra” della famiglia di Enna e le organizzazioni mafiose riconducibili ai clan “Cappello-Bonaccorsi” e “Santapaola-Ercolano”, attive nel catanese. Sarebbero stati i referenti della mafia catanese, in accordo con un esponente della famiglia di Enna, a costringere l’imprenditore a sottostare all’estorsione. Gli investigatori, infatti, monitorando un “uomo d’onore” affiliato alla “famiglia” mafiosa di Enna, con pedinamenti e intercettazioni telefoniche, hanno scoperto il rapporto che c’era tra l’estorsore e l’imprenditore. In particolare, l’affiliato collaborava nell’ attività lavorativa dell’imprenditore che tra l’altro si rivolgeva a lui per qualsiasi problematica nei cantieri, come ad esempio la circostanza relativa al furto di alcuni mezzi di lavoro subito nella città di Augusta. Agli investigatori, per tanto risultava che l’uomo assicurava, sotto il pagamento di denaro, la “necessaria copertura” per potere eseguire in tutta tranquillità i lavori in quei territori laddove gli appaltatori sono storicamente soggetti a richieste estorsive da parte delle “famiglie” mafiose sia locali sia da quelle della limitrofa provincia di Catania.

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