La Polizia di Stato di Palermo ha sgominato un pericoloso gruppo armato che da almeno quattro anni si era impadronito di una parte del quartiere Ballarò, nel centro storico di Palermo, terrorrizzando i commercianti stranieri, prevalentemente del Bangladesh.
All’operazione, denominata Maqueda, hanno partecipato oltre cento poliziotti. Il gruppo criminale, vicino alle famiglie mafiose di Palermo Centro, ha commesso diversi reati: tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali. Una delle regole principali imposte dal sodalizio era «se vuoi aprire il negozio senza avere problemi devi pagare». Poi, una volta avviata l’attività, i commercianti erano obbligati a versare l’obolo con una cadenza settimanale. Il gruppo criminale fondava il proprio potere sul timore che incutevano all’intera comunità di stranieri. Chi non li rispettava rischiava pesanti ritorsioni, che andavano dalle minacce a mano armata ai pestaggi.
Le indagini della Squadra Mobile hanno avuto un decisivo impulso dopo l’esecuzione di un fermo per il tentato omicidio di Susso Yusupha, giovane gambiano ferito, lo scorso 4 aprile, con un colpo d’arma da fuoco alla testa, “colpevole” di avere reagito all’ennesimo atto di gratuita sopraffazione. Il fatto aveva provocato una reazione a catena tra i commercianti.
Decine di arresti a Palermo contro un gruppo mafioso