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CASERMA FORESTALE A ISCHIA, TUTTI RINVIATI A GIUDIZIO

CASERMA FORESTALE A ISCHIA, TUTTI RINVIATI A GIUDIZIO
Pubblicato il 21 Luglio 2014
da Gennaro.Savio.
Italia, Campania
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COSTRUZIONE DELLA CASERMA FORESTALE NEL BOSCO DELLA MADDLENA A CASAMICCIOLA TERME: TUTTI RINVIATI A GIUDIZIO GLI INDAGATI

L’augurio, naturalmente, è che la giustizia riesca a fare il suo corso prima che il tutto finisca in prescrizione. Lo sfregio della Pubblica amministrazione alla pineta “Bosco della Madalena” e le ferite mortali inferte dallo Stato a uno degli inestimabili polmoni verdi dell’isola d’Ischia gridano inevitabilmente vendetta.

di Gennaro Savio

E’ a un punto di svolta la vergognosa vicenda della realizzazione della Caserma della Forestale nel ‘Bosco della Maddalena’ a Casamicciola Terme dove furono abbattuti decine e decine di rigogliosi pini oltre che a sventrare un’intera collina per poter far posto alla Caserma di quell’Istituzione dello Stato che per antonomasia è deputata alla difesa del verde pubblico: da non credere! Uno scempio ambientale di Stato per cui da anni ci sono indagati anche illustri che nei giorni scorsi davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Napoli, Dott.ssa Antonella Terzi, sono stati tutti rinviati a giudizio. Si tratta dell’ex Sindaco di Casamicciola e attuale Sindaco del Comune di Ischia Giosi Ferrandino, dell’ex capo dell’Ufficio Tecnico casamicciolese Silvano Arcamone e dei funzionari della regione Campania accusati di concorso in reati edilizi e paesaggistici per le opere realizzate all’interno del ‘Bosco della Maddalena’, e finalizzate alla costruzione di una caserma per il Corpo Forestale di notevoli dimensioni. In aula a difendere le persone danneggiate dai reati e l’Assopini, c’era l’Avvocato Bruno Molinaro il quale con la grinta di sempre a sostegno della ammissibilità della costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista, ha evidenziato – fra l’altro – che il delitto di alterazione paesaggistica era stato consumato, nella specie, anche in relazione all’abbattimento di circa cento pini, in un’area vincolata anche quale area boschiva dal Codice del Paesaggio approvato con d.lgs. n. 42/04. Molinaro ha anche evidenziato come per la realizzazione della caserma della Forestale, sia stata cementificata una nuda area, caratterizzata dalla presenza di lussureggiante macchia mediterranea, e – quel che è più grave – sono stati abbattuti numerosi alberi secolari, con danno irreversibile alla flora locale, per giunta in una zona assoggettata a svariati vincoli di tutela e classificata anche quale parco naturale. Per la cronaca ricordiamo che nei mesi in cui si consumava il vergognoso scempio ambientale di Stato, oltre all’Assopini che presentò un dettagliato esposto alla Procura, a parte qualche rappresentante di associazioni ambientaliste che diedero vita a iniziative unicamente folkloristiche, l’unico Partito che si distinse per attivismo politico e sociale nel difendere quell’inestimabile polmone di verde fu il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista guidato da Domenico Savio che firmo di proprio pugno esposti e denunce oltre che ad organizzare presidii di protesta proprio in via Castiglione. Ma non è tutto. La Redazione di PCIML-TV, la televisione ufficiale del PCIML, per mesi portò avanti una campagna mediatica di forte denuncia affinché non si distruggesse quell’angolo di macchia mediterranea e le immagini dello scempio girate dal sottoscritto fecero il giro dei Tg delle emittenti televisive più importanti e seguite del nostro Paese tanto da far diventare un caso nazionale la realizzazione della nuova Caserma Forestale che veniva costruita nei giorni in cui sull’isola d’Ischia a suon di manganellate si abbattevano le prime case di necessità della povera gente: da non credere! L’augurio, naturalmente, è che la giustizia riesca a fare il suo corso prima che il tutto finisca in prescrizione. Lo sfregio della Pubblica amministrazione alla pineta “Bosco della Madalena” e le ferite mortali inferte dallo Stato a uno degli inestimabili polmoni verdi dell’isola d’Ischia gridano inevitabilmente vendetta.

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