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Cariati: Emergenza sanitaria, urge riaprire l’ex ospedale “Vittorio Cosentino”

Cariati: Emergenza sanitaria, urge  riaprire l’ex ospedale “Vittorio Cosentino”
Pubblicato il 22 Gennaio 2019
da cariati1.
Italia, Calabria
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Reportage di IgnazioRusso
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Ignazio Russo
CARIATI
“Emergenza sanitaria, riaprire l’ex ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati”. Questo è quanto è emerso dall’incontro, tenuto nei giorni scorsi, nei locali dell’Ex Ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati, tenuto tra i componenti del tavolo tecnico della sanità, istituito, nei mesi scorsi, dal Consiglio comunale di Cariati, composto dal consigliere di maggioranza Mari Elena Ciccopiedi, da quello di minoranza Maria Crescente e dal sindaco Filomena Greco, con i responsabili e i dipendenti dell’ex Ospedale di Cariati “Vittorio Cosentino”. Obiettivo dell’incontro e del confronto con medici ed operatori, attori e protagonisti quotidiani ed esemplari del difficilissimo governo dell’emergenza sanitaria locale era e resta la necessaria riapertura dell’Ospedale territoriale e, in ogni caso, l’urgente potenziamento dei servizi, delle strutture e delle risorse umane attuali, a garanzia della fruizione normale e per tutti del diritto alla salute ed all’assistenza medica. Dall’incontro sono emerse tantissime criticità tra le quali: Il Punto di Primo di Intervento (PPI), alla luce dei 9000 accessi registrati nel 2018 continua ad essere necessario il laboratorio di analisi; in radiologia, non è possibile coprire la richiesta (14.000 esami nel 2018, ben oltre il limite normativo nazionale), perché un solo radiologo (con soli 3 tecnici) non può essere presente tutti i giorni, per cui servono sia una terza unità (già annunciata) ed un apparecchio telecomandato (già richiesto); in senologia, non si può proseguire con lo stesso ritmo di prenotazione precedente; nel Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (ex CSM), stante la carenza di medici, si ha difficoltà a programmare le visite e le prenotazioni; in cardiologia, l’ambulatorio ha cercato in tutti i modi e con gravissimi sforzi di sopperire alla mancanza di un reparto, facendo fronte a circa 15.000 prestazioni l’anno, con soltanto due cardiologi e con necessità di infermieri.

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